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"Vi scrivo dal presente"

 Pensieri dei bambini della classe primaria con introduzione dell’insegnante Giovanna G. Giustozzi

In questo periodo in cui in poche settimane si sono azzerate tutte le nostre certezze, abbiamo dovuto fare i conti con situazioni nuove e difficili, sia dal punto di vista umano che professionale. La sicurezza dell’esperienza ha iniziato a vacillare e  abbiamo dovuto rivedere e modificare il nostro approccio all’insegnamento- apprendimento.
Siamo “partiti in quarta”, insegnanti e genitori, perché i nostri bambini non avrebbero dovuto perdersi nulla.
Poi abbiamo rallentato, abbiamo proceduto per prove ed errori. E siamo finalmente approdati alla consapevolezza dell’ineluttabilità della nuova didattica, definita “La Didattica della Lentezza”.
Obiettivi e contenuti della programmazione non costituiscono più la nostra stella polare. La lentezza si esplica nel porci nuove priorità: non più correre per completare il programma, ma dare spazio alle soft skills, al saper fare, alla capacità di essere flessibili, alla collaborazione, ai legami della comunità scolastica.
E alla comunicazione.
Nelle lezioni in video conferenza, di cui tutti, insegnanti, alunni, genitori, nonni, abbiamo appreso i rudimenti a tempo di record, i nostri visi sono sfocati, le nostre voci arrivano in ritardo. Quando va tutto bene siamo delle piccole faccine su uno schermo inserito nel contesto casalingo, tra il peluche preferito e il gatto che passeggia appena dietro. Non si colma il senso di distanza.
Più che mai allora ritorna la parola scitta, la rappresentazione del pensiero.
E allora ecco che i nostri alunni hanno provato ad esprimersi. Con un po’ di difficoltà, con qualche incertezza (ma è un compito o no?) hanno provato a raccontarsi, a descrivere questi giorni in cui tutti gli adulti sembrano essere un po’ disorientati.
In una classe dove solitamente i compiti vengono svolti con regolarità, solo dodici alunni hanno raccolto l’invito a comunicare qualcosa di sé. E gli undici che non hanno inviato nulla, con il loro silenzio, comunicano anch’essi: sicuramente la difficoltà delle famiglie a stare dietro a tutte le consegne e i problemi tecnici di mezzi e connessioni, ma forse anche  la capacità di resilienza che hanno alcuni bambini e il disagio di altri a doversi esprimere su una situazione nuova e inquietante.
Vi scrivo dal presente, titolo che è una parafrasi della lettera-articolo della scrittrice Francesca Melandri, è una piccola  raccolta di pensieri, uno zibaldone di brevi riflessioni, estrapolati da testi più lunghi. Che fanno pensare, che fanno sorridere, che fanno capire come anche i piccoli abbiano molto da dirci. Un’ulteriore testimonianza della leggerezza e della freschezza dei bambini. Un mezzo per raccontare le piccole cose della vita quotidiana. E per ribadire che la scuola, oltre ad essere il luogo dell’apprendimento formale,  è anche un ambiente di vita, una comunità, un vero laboratorio di esperienze, di interazione e socializzazione.
Buona Lettura!

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